La Borgata che danza. Festival di strada di musiche tradizionali dell’Emilia Romagna – 32^ edizione

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La Borgata che danza”32^ edizione offre un proprio originale contributo all’attuale processo di valorizzazione del fenomeno del “Liscio” quale pratica sociale e fattore identitario del patrimonio culturale regionale. A tal fine mette in relazione le forme musicali e coreutiche di tradizione orale che lo hanno preceduto (furlane, monferrine, saltarelli, ecc.), con quelle del liscio antico della prima metà del ‘900, di autori locali spesso dimenticati ed esclusi dagli attuali circuiti commerciali. Si tratta di forme che, seppur residuali, e in via di sparizione, costituiscono la radice più autentica del corpus di musiche da ballo ereditate dal passato, e che oggi rappresentano un unicum la cui “biodiversità” va salvaguardata. Al contempo, “La Borgata che danza”, offre spazi di dialogo fra questi generi e le attuali tendenze del folk urbano, transnazionale e globalizzato, vicine alla sensibilità delle nuove generazioni. Il programma propone momenti specifici nei quali verificare, attraverso laboratori didattici, incontri intergenerazionali, dibattiti, pratiche informali, concerti e musica di strada, metodi e azioni finalizzate a tramandare e “reinventare” questa preziosa eredità culturale.

I momenti principali del festival

Suonatori e ballerini


Tre sono i principali raggruppamenti di musica strumentale in cui convergono i gruppi presenti al Festival. Il primo, Balli lisci e staccati dell’Emilia Romagna, costituisce il cuore della manifestazione ed ospita significative espressioni della musica da ballo regionale di tradizione come i Suonatori della Valle del Savena (BO), l’Uva Grisa (RN), La Carampana (RA), il Gruppo Folkloristico Pavullese (MO), la Banda Città di Sarsina (FC), e le esordienti Ariafina (FC). Il secondo, dà voce ai generi transnazionali della world music e del balfolk, e riguarda i gruppi romagnoli de l’Orchestrona della Scuola di Musica popolare di Forlimpopoli e i Musikorè. Il terzo, denominato Altri percorsi musicali, vede protagoniste formazioni come Tocosinti, il Duo Baguette e i Musicanti improvvisi, che sperimentano differenti approcci alla musica tradizionale sia locale che di altre tradizioni, e tendono all’innovazione e al superamento dei confini fra generi.

Il canto e la vocalità popolare


Due i gruppi prettamente vocali: la Corale Bellaria Igea Marina, nata nel 1981, oggi diretta da Giada Bastoni, che propone cante in dialetto di compositori romagnoli della prima metà del ‘900, e le Cantrici, dirette da Norma Midani, che sono espressione genuina della polivocalità e del canto spontaneo contadino di tradizione orale del Cremonese.

I giovanissimi e la musica popolare


Da sempre La Borgata che danza dà rilievo la presenza dei ragazzi e alle attività formative ad essi dedicate. Questo settore è in piena fioritura grazie alla sinergia creatasi fra la Scuola di Musica del Centro Culturale “Vittorio Belli” diretta dall’Accademia InArte e l’Uva Grisa, che nel 2022 ha dato vita a un Ensemble giovanile dedito all’esecuzione di musiche da ballo della tradizione popolare romagnola, un progetto coronato dall’istituzione nello stesso anno del Premio violinistico in memoria di “Mario Venturelli” (1933-2022). Questa importante iniziativa di ancoraggio dei ragazzi alle musiche di tradizione locale, quest’anno si arricchisce con la costituzione di un gruppo corale che, sempre in collaborazione con l’Uva Grisa, riprende i repertori canori dei pescatori di Bellaria Igea Marina, un tempo grandi cultori del canto spontaneo come pratica di aggregazione.
L’altro fondamentale percorso formativo sulla danza tradizionale investe la Scuola Primaria Carducci di Bellaria, che partecipa al Festival fin dalla prima edizione del 1993, e sa regalare al pubblico ogni volta momenti di grande emozione. Quest’anno il focus dei laboratori didattici alla Scuola Carducci, curati dall’Uva Grisa, riguarda i repertori coreutici della tradizione locale. La loro presentazione ed esecuzione nel contesto della festa avverrà in una formula aperta, comunitaria, dove tutti, ragazzi, insegnanti, genitori, e il pubblico presente, potranno ballare assieme.

Incontri culturali


Ricco e articolato il programma degli incontri culturali che propone approfondimenti su temi quali:
• il fenomeno e i caratteri del liscio ambrosiano, con Placida Staro, Michele Cavenago, Romana Barbui che presenteranno una ricerca di cui sono autori, fresca di stampa;
• la riscoperta della fisarmonica diatonica, che i nostri vecchi chiamavano organino, con Andrea Branchetti che parlerà dei primi risultati di una sua ricerca ancora inedita;
• i rituali carnevaleschi e la figura del Lacchè nell’Alto Frignano e in altri carnevali, con Luisa Bonvicini del Gruppo Folkloristico Pavullese e Giuseppe Michele Gala, etnocoreologo e antropologo della danza;
• le valenze della cultura immateriale nella creazione di reti solidali e comunitarie nelle aree montane, con particolare riferimento ad alcune esperienze in corso in alta Valmarecchia;
• la letteratura dialettale, trattata nella sezione l’Arte del dialetto, sarà curata da Marcella Gasperoni, che presenterà e leggerà alcune fole, sue e di autori romagnoli, ai confini fra oralità e scrittura.

Workshop


Fin dalla prima edizione della Borgata che danza, le cantarelle, la loro preparazione e degustazione all’Osteria da Guiròin, riscuotono curiosità e apprezzamenti da parte del pubblico. È arrivato il momento di svelarne il segreto.

Borgosteria: i mangiari del Festival
Il buon cibo, è il vero collante di questo Festival, Quest’anno tornano in piena attività le quattro osterie storiche della Borgata che danza con le loro prelibate e variegate proposte gastronomiche: quella di Marascòun e di Guiròin gestite dal Comitato Borgata Vecchia, quella di Magnùl gestita dalla Pro Loco di Bellaria Igea Marina, e La Speranza, che proprio in questa edizione riapre le sue porte.

Gualtiero Gori
Direttore artistico

Localizzazione:

LA BORGATA CHE DANZA 2023

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Gualtiero Gori

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