Visitare il Museo di Secondo Casadei (1906 -1971) a Savignano sul Rubicone è come immergersi i un universo sonoro e culturale nel quale la dimensione locale, famigliare, le sale sono ospitate nella casa di famiglia del violinista, è strettamente legata con quella artistica. Una storia affascinante che viene raccontata da Riccarda Casadei, la figlia, che custodisce con tutto l’amore possibile questo straordinario patrimonio.
Riccarda, come racconta Secondo Casadei ai visitatori della Casal Museo?
“Il mio è sempre un percorso molto personale. Parlo di una figura paterna che viveva per la musica. Le note riempivano la sua quotidianità. A volte avevamo l’impressione che sarebbe stato in imbarazzo se avesse dovuto scegliere se dedicarsi a noi o alla sua amata orchestra. Non poteva vivere senza le sue polke e mazurke.”
E’ vero che era capace di tutto pur di salire sul palco?
“Una volta fu coinvolto in un incidente molto grave, era in estate e, come si usava allora, le orchestre facevano il ‘fisso’ in un locale per tutta la stagione. Era a Viserba e fu investito da un camion. Riportò moltissime fratture, era completamente fasciato, non poteva muoversi. Ma teneva così tanto alla sua orchestra che, la sera, si faceva caricare con una carrucola su un camion e poi sistemare sul palco appoggiato alla parete. Non era in grado di suonare, ma dirigeva e guidava comunque i musicisti così!”
Come era Secondo Casadei a casa?
“Dovevamo fare i conti con quelle che spesso ci sembravano delle stranezze e che erano rivelatrici della sua infinita passione. Quando la mamma apparecchiava la tavola capitava spesso che lui, sentendo un tintinnare, ad esempio di un cucchiaio su un piatto la fermasse e le chiedesse di ripetere esattamente quello che aveva appena fatto. Perché quello che a noi sembrava un semplice rumore, era per lui fonte di ispirazione per una nuova ballata.”
Ballate che avevano sempre dei nomi molto particolare
“Si, dava alle sue composizioni i nomi dei suoi interessi. Secondo, per fare un esempio, non ha mai avuto la patente, ma amava moltissimo le macchine e ci sono tante canzoni che si chiamano come le automobili, come la Polka di Giulia Junior.”
Quali sono, tra i tanti in mostra, gli oggetti che, a suo avviso evocano maggiormente l’universo di Secondo Casadei?
“Sicuramente il suo violino, che è in perfette condizioni perché spesso lo concediamo per farlo suonarlo e il manoscritto originale di Romagna Mia. E poi il suo studio, che è rimasto esattamente come era, con la scrivania dove si raccoglieva in silenzio e componeva. Lo studio era un luogo atemporale, quando Secondo entrava non sapevamo quando sarebbe uscito. Era affollatissimo di appunti, lui prendeva spunto da ogni suono che ascoltava, poi lo teneva lì, lasciava che si sedimentasse e a volte passavano degli anni, prima che lo elaborasse all’interno di un valzer o di una mazurka Ci diceva sempre che tutta quella musica compressa nel suo cervello, gli procurava un gran mal di testa, che passava solo quando il brano era finalmente trascritto. E aggiungeva, se a me succede così, pensate che dolori alla testa avevano Verdi e Rossini!”
La casa-museo di Secondo Casadei è la sede delle edizioni musicali Casadei Sonora, da lui fondate e dirette dalla sua famiglia. Il suo studio è nell’abitazione accanto, in cui visse dal 1957 al 1971.
Via della Pace 28 Savignano sul Rubicone (FC)Tel: 0541 945259.