“Cara Forlì. La Grande Festa del Liscio 2023”, Fondo Carlo Brighi (Zaclèn) nella Biblioteca A. Saffi

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L’edizione del 2023 di Cara Forlì. La Grande Festa del Liscio è stata dedicata a coloro che possono definirsi i “Giganti del Liscio”, Carlo Brighi in arte Zaclèn, Secondo Casadei e Raoul Casadei.

La rassegna ha visto l’esordio dell’ “Orchestra Cara Forlì” diretta da Moreno Il Biondo, fondata per l’occasione a chiusura di un progetto culturale di recupero e riscoperta degli spartiti musicali del maestro Carlo Brighi, conservati presso i Fondi Antichi della Biblioteca Comunale Saffi.

I manoscritti musicali di Carlo Brighi, detto Zaclèn, vennero donati negli anni Settanta alla Biblioteca Aurelio Saffi di Forlì per volontà delle figlie Ida, Angelina e Luisa.

Contrariamente a quanto si legge in alcuni studi recenti su Zaclèn, i manoscritti non fanno parte del Fondo Piancastelli (questo venne acquisito dalla Biblioteca di Forlì nel lontano 1938), mentre i manoscritti musicali di Brighi sono un’acquisizione molto più recente che oggi fa parte dei Fondi Antichi della Biblioteca Aurelio Saffi di Forlì.

Carlo Brighi detto Zaclèn (Fiumicino di Savignano, 1853 – Forlì, 1915) è stato un violinista e compositore che divenne famoso in Romagna fra Otto e Novecento per le sue musiche da ballo. La sua orchestrina si esibì in quel periodo, con grande successo, nelle feste popolari, nei “cameroni” e nei circoli cittadini.

Brighi divenne una sorta di simbolo e di protagonista di un cambiamento musicale e, al tempo stesso socio-culturale, che vide il passaggio graduale dagli antichi balli figurati ai balli di coppia. I nuovi balli di origine mitteleuropea (valzer, polche, mazurche), che Brighi reinterpretò adattandoli a suo modo per il pubblico romagnolo, erano lo specchio del cambiamento dei tempi. Il contatto fisico fra uomini e donne che si verificava grazie ai nuovi balli esprimeva, in un certo senso, quella volontà di cambiamento, che ormai stava prendendo sempre più piede fra le masse popolari.

Zaclèn allietava gli intrattenimenti danzanti con la sua piccola orchestra. L’orchestrina di Brighi era composta da un primo violino, un secondo violino, un clarinetto in Do e un contrabbasso.

Carlo Brighi era il primo violino e il capo orchestra, e quindi dava lui stesso gli attacchi ai suoi orchestrali per l’esecuzione dei brani, con un cenno del capo o un movimento dell’archetto. Di solito la linea melodica principale veniva eseguita dal primo violino. Di fondamentale importanza era l’utilizzo del clarinetto in Do. Si trattava di uno strumento particolarmente agile, dai suoni acuti e dotato di una notevole intensità di suono. Era lo strumento ideale con cui il primo violino poteva dialogare, passandogli la melodia principale e, in un tempo in cui ancora non esistevano microfoni e sistemi di amplificazione, il clarinetto in Do si rivelava particolarmente efficace in molti contesti danzanti. Al secondo violino erano affidati spesso i virtuosismi contrappuntistici che accompagnavano la melodia principale.

La “sezione ritmica” era invece affidata ai suoni gravi e potenti del contrabbasso, che marcando con forti accenti il battere, dava il tempo (ritmo) ai ballerini.

Il Fondo Carlo Brighi

La maggior parte delle composizioni di Brighi presenti nei manoscritti musicali del Fondo sono valzer, seguono in ordine numerico polche e mazurche. Antichi balli tradizionali come galop e manfrine sono presenti nel repertorio dell’orchestrina di Zaclèn, ma in numero estremamente esiguo. Sicuramente la scelta del repertorio di ballabili era determinata dalle richieste del pubblico. Non c’è cosa peggiore per un orchestrale che vedere la gente che non balla mentre si suona.

La gran quantità di valzer, mazurche e polche del repertorio di Carlo Brighi sono la dimostrazione di quelli che erano i gusti dei ceti popolari che rappresentavano il pubblico ideale del musicista romagnolo.

Il Fondo Carlo Brighi è conservato all’interno di 9 scatole (Buste), in tutto si contano 831 composizioni che sono, per la maggior parte, suddivise per annata (dal 1887 al 1903), solo alcune non presentano indicazioni cronologiche. I manoscritti musicali, come li possiamo trovare ancora oggi, furono probabilmente ordinati, per ragioni pratiche dallo stesso Zaclèn. Si tratta infatti delle parti dei singoli strumenti della sua orchestrina. Ogni strumentista aveva ovviamente la propria parte, quindi nel fondo troviamo, ad esempio, la parte del primo violino, la parte del secondo violino, quella del clarinetto in do e quella del contrabbasso. Queste parti sono costituite da una serie di ballabili, soprattutto valzer, mazurche e polche ordinati e numerati. La maggior parte dei ballabili non hanno un titolo vero e proprio, ma semplicemente un numero che permetteva agli orchestrali, durante le loro esibizioni, di recuperare il brano agevolmente e con una certa rapidità. La maggior parte di queste composizioni sono sicuramente opera di Carlo Brighi, altre sono ad uso dell’orchestrina Zaclèn ma di incerta attribuzione, altre ancora sono invece brani celebri tratti dal repertorio operistico. In tutti questi casi si tratta comunque di musiche che Carlo Brighi adattò ed arrangiò con un tocco personale per poterle eseguire con la sua piccola formazione da ballo.

La struttura stilistica e formale dei ballabili di Zaclèn è molto simile a quella delle composizioni mitteleuropee da ballo a cui Brighi si era ispirato. Il brano inizia sempre con una breve introduzione, questo per ragioni pratiche. L’introduzione, fatta di poche battute, è un momento in cui i ballerini si preparano, mettendosi in posizione, prima che inizi il ritmo vero e proprio del ballo.

Ogni brano è costituito di solito da tre parti ben distinte che hanno un ritornello, cioè ciascuna parte viene ripetuta due volte. Questa struttura, molto simile ai ballabili viennesi dell’Ottocento, venne poi ripresa ed utilizzata da altri grandi musicisti da ballo come Secondo Casadei e, ancora oggi è largamente utilizzata nell’ambito del liscio romagnolo.

I ballabili di Brighi, con la loro struttura ripetitiva, con le loro semplici e accattivanti melodie ed i ritmi inequivocabili, risultavano particolarmente gradevoli ed orecchiabili ai ballerini.

Le composizioni di Carlo Brighi non furono mai pubblicate, tutte le composizioni manoscritte presenti nel Fondo sono quindi degli inediti.

Alcuni ballabili sono stati arrangiati per un organico più numeroso rispetto alla formazione a quattro tipica dell’orchestrina Zaclén (2 violini, clarinetto in Do e contrabbasso). Troviamo in alcuni casi l’aggiunta di un “violino principale”, quindi, a questo punto i violini dell’orchestrina diventano 3 anziché 2. In un altro caso troviamo degli arrangiamenti per una formazione un po’ più numerosa con l’aggiunta anche di alcuni ottoni (tromba, trombone, ecc.), ma si tratta soltanto di eccezioni. Zaclén rimase per tutta la sua carriera di orchestrale da ballo fedele alla tipica formazione di quattro elementi e, la maggior parte dei suoi arrangiamenti sono stati scritti per i soliti quattro strumenti.

I manoscritti musicali del Fondo Carlo Brighi sono stati interamente catalogati in SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale) e le schede bibliografiche possono essere facilmente consultate da chiunque attraverso la rete internet. Inoltre, per ragioni legate soprattutto alla tutela e conservazione di queste composizioni manoscritte, è stata fatta una copia digitale di tutti i documenti che costituiscono il Fondo.

Il Fondo Carlo Brighi può essere consultato da tutti coloro che ne fanno richiesta presso i Fondi Antichi della Biblioteca Aurelio Saffi di Forlì.

Maurizio Tassani

Fondi Antichi, Biblioteca Aurelio Saffi di Forlì

Il Fondo Carlo Brighi (Zaclèn) alla Biblioteca Aurelio Saffi di Forlì

Ritratto fotografico di Carlo Briighi
Spartito Mazurka
Spartito Polka
Fondo Carlo Brighi
Fondo Carlo Brighi
Fondo Carlo Brighi
Esordio dell'Orchestra Cara Forlì
Esordio dell'Orchestra Cara Forlì
Esordio dell'Orchestra Cara Forlì

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