Le orchestre del territorio emiliano-romagnolo che ci fanno scatenare!
Senza di noi il Liscio non sarebbe lo stesso
Le nostre storie
I maggiori festival dedicati al Liscio
Balla, balla, altrimenti siamo perduti
Pina Bausch
Il ballo è comunità, la musica da ballo ha la capacità di trasformare le singole persone in una entità unica, che si muove, assecondando con i suoi passi, i ritmi e le melodie dell’orchestra. La musica da ballo è dispensatrice di felicità. Lo sapeva Raoul Casadei quando, nel 1973 alle Rotonde di Garlasco, guardando il pubblico che esprimeva danzando la gioia di essere lì, pronunciò la celebre frase, ‘Vai col liscio’, come a dire. Va tutto bene. Qui e ora. Qualche anno dopo il figlio Mirko dirà, ‘Quel vai col liscio’ è stato il nostro ‘i Feel Good’, le parole entrate nella storia della musica di James Brown.
Stare bene, sentirsi pienamente, fosse anche per quelle ore (poche o molte) trascorse a contatto con le orchestre è forse l’obiettivo autentico della musica da ballo dell’Emilia Romagna, che esprime un forte senso identitario, di relazione stretta con il territorio, di forma di racconto che unisce (ecco, la comunità), persone di età diverse e di diversa provenienza.
Ogni differenza, di classe, di genere, viene azzerata quando il gruppo suona i grandi classici del repertorio popolare, quando il cantante intona una canzone che profuma di aie, di memorie che riaffiorano, che trasportano la tradizione nella contemporaneità.
Il liscio, come la filuzzi, ha accompagnato processi sociali importanti, come l’urbanizzazione, gli anni pieni di speranze e di ritrovato ottimismo del dopoguerra, lo spostamento dalle campagne nella città, gli albori del boom economico. Una storia italiana che qui, in Emila Romagna è stata scandita da fisarmoniche, violini, organini, a volte frutto di piccoli miracoli di artigianato tramandato attraverso le generazioni, colonna sonora di un popolo.
Pierfrancesco Pacoda