“Ero nella nostra casa in campagna, nel mezzo del nulla della provincia di Reggio Emilia, nei dintorni di Quattro Castella e ascoltavo la musica che proveniva dalla balera del paese, dove tutti si ritrovavano nel fine settimana non solo per ballare ma per una questione di socialità, era lì che iniziavano gli innamoramenti che poi portavano alla nascita dei figli e di nuove famiglie. Una esperienza arcaica, tribale, io ero solo e immaginavo cosa succedeva in quel luogo, quel suono portava con sé desiderio, passione, tensione sentimentale irrisolta. Io, in quelle sale da ballo, che avevano il gusto del proibito, non ci sono mai entrato, ma è come se le avessi frequentate in un sogno, dove le cantanti, viste da lontano, con quei tacchi che immaginavo fossero alti dieci metri, erano tutte bellissime”.
Così lo scrittore Ermanno Cavazzoni, voce narrante e protagonista del film Extraliscio-Punk da Balera’, diretto da Elisabetta Sgarbi, racconta il suo rapporto onirico con le balere, quelli spazi dove si è consumato l’incontro tra la cultura contadina e quella industriale, dove, per la prima volta, come dice Mirko Casadei, “chi sino a quel momento non poteva permetterselo, rivendicava il suo diritto al piacere e al tempo libero”. Una avventura scandita da feste, serate lunghissime dove si bruciavano suole delle scarpe ‘buone’ come passioni, in ambienti che andavano dal giardino del circolo del paese agli ambiziosi monumenti alla musica dal vivo. Una geografia che è mutata nel tempo, ricchissima di percorsi che attraversano la Bassa e finiscono nel trionfo del liscio e dei suoi locali sulla Riviera Romagnola. Percorsi storici, dove si praticava il ‘mestiere’ dell’orchestrale, una grande opportunità per tantissimi musicisti che sarebbero poi diventati cantanti famosi come Gianni Morandi o Lucio Dalla e celebri produttori e arrangiatori, come Celso Valli e Fio Zanotti, di vivere del loro lavoro, sperimentando anche, affinando la tecnica, imparando a sedurre per ore, ogni sera della settimana (a volte anche con due spettacoli al giorno), un pubblico che era lì per danzare.
A Bologna c’erano locali dove risuonavano le melodie dell’organetto bolognese, dal Florida in via del Saliceto al Gatto Nero sotto il cavalcavia di San Donato, da Fonti a Corticella al Vallechiara sotto il Cinema Manzoni, che aveva una colonna al centro della sala e la particolarità del pavimento in pendenza. Ma ogni paese poteva vantare la propria balera, come quella vagheggiata da Ermanno Cavazzoni. Alcune vengono riaperte adesso in particolari occasioni come l’Incanto Verde dentro Villa Smeraldi a San Marino di Bentivoglio.
Altre continuano a far ballare con le tante orchestre di liscio che proseguono e attualizzano la tradizione.
Come i tre locali che hanno ricevuto la targa di Balera Storica: Le Cupole di Castel Bolognese, l’Euroclub di Savignano sul Rubicone, la Ca’ del Ballo di Ravenna che il suo primo nome, Ca’ del Liscio, è stato il posto che, dagli anni 70, ha definito l’identità della balera, facendola diventare il simbolo della musica da ballo dell’Emilia Romagna.