Gran finale per Vai Liscio in uno dei luoghi di più affascinanti della Regione, il Teatro Petrella di Longiano, dove dal 2 al 4 febbraio andrà in scena Tutti in pista Petrella Dancing, un festival per raccontare radici e vertigini della musica da ballo dell’Emilia Romagna. Uno dei protagonisti della rassegna è Moreno ‘Il Biondo’ Conficconi, virtuoso del clarinetto, un artista che ha suonato in appuntamenti di prestigio internazionale, come Ravenna Festival, ha conquistato il palco di Sanremo con gli Extraliscio, è stato parte importante dell’Orchestra di Raoul Casadei e continua a far volteggiare, con i suoi spettacoli, coppie di ballerini di ogni età.
Moreno, la tua carriera dimostra quanto il liscio sia musica versatile, cosa succederà nella notte del Teatro Petrella?
“Il mio desiderio e dell’Orchestra Grande Evento, con la quale mi esibisco il 2 febbraio, è di trasformare, per una sera, uno spazio così ricco di storia come il Petrella in un dancing, una balera come quelle dove abitualmente suono. Sarà un grande tributo alle radici, alle musiche delle aie, un omaggio a una tradizione senza tempo, quella del liscio, in un ambiente lontano da quelli dove viene ballato. Con un invito a provare a lasciarsi andare alle nostre melodie”
Un invito rivolto anche a chi non ha mai ballato
“Certo, prima del concerto, infatti, ci sarà la Scuola di ballo Le sirene danzanti, con la quale collaboro, che terrà degli stage intensivi, ma molto leggeri, per insegnare a chi volesse provare questo incredibile piacere, i primi passi per entrare nel cuore pulsante del liscio. Una esperienza edonistica e insieme di grande forza sociale. Perché il liscio è divertimento, ma anche arte dell’incontro”
Un’arte che divulghi, in modi molti diversi, da tanti anni. In che versione sarai al Teatro Petrella?
“In quella originale, quella del racconto delle radici e del nostro patrimonio popolare. Eseguiremo tutti i grandi classici del liscio, quelli scritti da Secondo Casadei e da Raoul. E poi un repertorio di polke, mazurche e valzer con i riferimenti alla cultura musicale della mitteleuropa, che è stata importantissima per l’identità del suono romagnolo. Al Petrella Dancing ripercorreremo la storia del liscio”
Una storia che è in costante confronto con l’attualità.
“Si, la fortuna del liscio è di non essere folk conservato sotto una teca, come è successo con moltissime musiche della tradizione, in Italia e non soltanto, ma folk vivo, che ha la capacità di immergersi nella quotidianità mantenendo sempre le sue caratteristiche, i suoi tratti essenziali”
Tratti che hanno a che fare con il ballo.
“Il liscio non potrebbe esistere se non continuasse a far ballare. Per questo, per chi lo interpreta il confronto con i ballerini è costante. Sono loro, con le loro indicazioni precise, a dirci se i brani che suoniamo permettono di eseguire, come deve essere, i volteggi durante la danza. La struttura delle canzoni, anche quelle più moderne, deve comunque rispettare dei codici, una scrittura molto rigorose, deve essere fissata su partiture, come succede nella musica classica”
Ma il lisco è anche una musica d’ascolto.
“Si, ed è una vocazione che ne dimostra la sua forza sociale. Penso al ruolo, sempre più importante, che stanno assumendo le tv locali che trasmettono la nostra musica e permettono a chi, per età o altro, è impossibilitato a ballare con noi nelle balere. Il liscio è anche loro, è di tutti, ed è proprio questa sua ‘democraticità’ la motivazione profonda, a mio avviso, della candidatura a Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco”