Carlo Brighi, detto Zaclèn, morì a Forlì il 2 novembre 1915. Era nato a Fiumicino di Savignano, ma si trasferì nella nostra città dove abitò per molti anni in Corso Garibaldi, al civico 33.
Le ragioni per cui Zaclèn scelse di rimanere a Forlì sono, con molta probabilità, legate alla sua attività musicale. Carlo Brighi, con la sua orchestrina da ballo, di cui era titolare e primo violino, trovò nella Forlì tra Otto e Novecento il luogo ideale dove poter esercitare la sua professione. All’epoca, nella nostra città c’erano numerose sale e circoli dove spesso si ballava.
Forlì è rimasta, anche dopo la morte di Zaclèn, un luogo strategico ed unico per tutte le orchestre e gli orchestrali da ballo fino agli anni Settanta-Ottanta, quando ci fu il vero e proprio boom del liscio e dei locali da ballo.
Nella frazione forlivese di Pievequinta, dove Zaclèn aveva riscosso i suoi primi successi, il 25 aprile del 1926 si tenne una cerimonia commemorativa in memoria di Carlo Brighi. Lo studioso Luigi Renato Pedretti e il poeta Aldo Spallicci tennero i loro discorsi di fronte ai presenti.
Alla cerimonia parteciparono, secondo la stampa dell’epoca, “oltre 50 suonatori d’orchestrine popolari ed una grandissima folla di popolo”. In quell’occasione fu scoperta una lapide commemorativa che rimase per lungo tempo a Pievequinta. La lapide venne poi portata a Palazzo Merenda, nel centro storico di Forlì (sede degli Istituti Culturali della città), dove rimase fino al 1998. La lapide fu poi riportata di nuovo a Pievequinta, presso Palazzo Morattini, dove si trova ancora oggi.
Maurizio Tassani
Addetto ai Fondi Antichi, Biblioteca Aurelio Saffi di Forlì